10 DOMANDE A SANTE TESTA, IL FONDATORE DEL TORNEO.

NACQUE TUTTO DA UNA IDEA DI FABRIZIO. SOGNAVO UN’ EVOLUZIONE DI QUESTO TIPO E LA SCELTA DI AFFIDARE IL TORNEO AI RAGAZZI NEL 2010 E’ STATA VINCENTE!”

IL PERSONAGGIO
Sante Testa fonda il TDF nel
2005 in ricordo dell’amico
Tommaso. Nel 2010 affida
l’organizzazione ai ragazzi,
rimanendo però una ‘guida’
importante per le diverse scelte
organizzative

  1. Sante, la prima cosa da chiederti è, quindi, quando e come è nata l’idea di creare il TDF?
    – Il primo input me lo diede Fabrizio Ciriolo (proprietario del lido La Vela, in foto, n.d.r.), alcuni giorni dopo quel brutto 20 agosto 2004.

    Fabrizio Ciriolo, durante il TDF1

    L’ idea poi la condivisi con Italo, Giacomo, Stefano, Sabatino ed altri amici cari a Tommaso, che subito si mostrarono disponibili. Infine, coinvolsi anche tanti ragazzi del Lido che subito appoggiarono l’idea con tanto entusiasmo.

     

  2. Questo che sta per iniziare sarà il 15° Torneo “Tommaso Di Febo”. Quando hai iniziato nel  2005, ti aspettavi di arrivare ad un simile traguardo?
    – No, sinceramente, non me lo aspettavo. Però sognavo un’evoluzione di questo tipo…
  3. Secondo te, quale è il punto di forza che ha consentito a questo torneo di andare avanti?
    – È lo spirito con cui tutti i ragazzi lo hanno sempre interpretato: un sano agonismo non esasperato che porta i ragazzi a partecipare ad un torneo che è e sempre sarà più ricco di contenuti che di premi.
  4. Quale è stato, invece, uno degli ostacoli più duri che hai dovuto superare nella organizzazione di un TDF?
    – Sicuramente: il maltempo! Per anni arrivava sempre nel momento meno opportuno.

    Il maltempo, l’avversario più difficile da affrontare

  5. E quale, invece, una delle soddisfazioni maggiori che il TDF ti ha dato?
    – Aver creato un evento che Corrado e Nicola hanno avuto voglia di portare avanti, anzi di migliorare ogni anno sempre di più, in memoria del loro splendido papà ed avere il piacere di condividere insieme alla mia famiglia le loro emozioni.
  6. Il 2010 è forse una delle annate più significative per il torneo: decidi, infatti, di affidarlo ai ragazzi, che negli anni precedenti organizzavano un più piccolo torneo per i loro coetanei. Come nasce questa scelta: era qualcosa alla quale avevi già pensato prima?
    – No, il passaggio del testimone è arrivato al momento giusto: è stato un evento naturale. Per mancanza di tempo, infatti, non sarei mai riuscito a portare avanti un torneo di questo livello: ogni anno avrei organizzato una “partitina” a basket al Lido, come momento per ricordare Tommy insieme ad un gruppo di amici ma non sarei riuscito ad organizzare il TDF, come lo vedete ora.
  7. Quindi, sei soddisfatto della decisione che hai preso?
    – Assolutamente si: è stata una scelta vincente!
    Il torneo è cresciuto sotto tutti i punti di vista: oggi è un evento dell’estate rosetana, che ha una visibilità che io non sarei mai riuscito a dare.
  8. Ora, guardando il primo torneo che hai organizzato e l’ultimo (2018) quale è, secondo te, la differenza più significativa tra i due?
    – Lo spirito che anima il torneo non è cambiato, l’attenzione nel curare i minimi dettagli sì.
    Inoltre l’ “impatto social”, che oggi lo caratterizza, penso sia fondamentale per creare interesse da parte dei ragazzi. L’edizione 2018, infine, la ricorderemo perché siamo tornati a non avere limiti di età per gli atleti partecipanti: un elemento in comune con l’edizione del 2005.
  9. C’è un TDF a quale sei più affezionato?
    – Ogni anno al più recente, perché pensiamo ad aggiungere sempre qualche particolare che lo rende migliore e che puntualmente si rivela indovinato.
  10. Infine, se dovessi riassumere  il TDF in una parola quali utilizzeresti?
    PASSIONE